Gli anni giovanili di Luigi Nono
Musica o diritto? La nascita di un compositore
Alessandra Carlotta Pellegrini
L'interrogativo posto nel titolo - Musica o diritto? -
è provocatorio e fors'anche pleonastico.
Evidenzia bene, però, i due ambiti entro cui si
sviluppa la formazione di Luigi Nono nel periodo compreso fra il 1942
e il 1949; formazione complessa per varie ragioni.
Sulle scelte operate in ambito universitario gravano
aspettative familiari accettate di buon grado dal giovane Nono,
seppur non del tutto condivise.
Agli studi
'accademici' si affianca un altro iter - altrettanto
importante - animato da rigore ed entusiasmo giovanili e dal
desiderio di realizzare la propria aspirazione a divenire musicista:
gli studi di composizione che hanno luogo sia in ambito istituzionale
che privato.
Tali doveri e
aspirazioni si concretizzano in un momento storico particolare. Sono
infatti gli anni del secondo conflitto mondiale e dell'immediato
dopoguerra, in un clima dapprima di «bestiale dominazione
fascista», come ebbe a scrivere lo stesso Nono nel 1973,
1
e poi di fattiva e vivace ricostruzione culturale, politica e
istituzionale di un Paese che dalla guerra usciva estremamente
provato.
Nelle ricerche sino ad oggi compiute sul compositore
veneziano, si è guardato a questi anni in una prospettiva per
lo più rivolta alla successiva produzione compositiva. Non si
disponeva però di strumenti idonei a fare chiarezza su questo
importante periodo in cui l'uomo e l'artista si formano.
Dai documenti dell'Archivio Luigi Nono, in particolare
dalle recenti acquisizioni inerenti alla carriera scolastica e
universitaria del compositore veneziano, dalle carte consultate
presso l'Archivio del Conservatorio "Benedetto Marcello" e
presso l'Archivio Storico della Biennale di Venezia, è ora
possibile ricostruire con maggiore precisione le tappe di un percorso
di cui si è voluto intenzionalmente privilegiare l'aspetto
pubblico, istituzionale, accademico.
Il
diciannovenne Nono - dopo aver conseguito la Maturità Classica
nell'estate del '42 2
- si avvia verso una formazione di improbabile giurista e convinto
musicista.
Improbabile giurista non certo per poca attitudine,
quanto piuttosto per scarso interesse. La scelta di intraprendere gli
studi universitari - come più sopra accennato - deriva infatti
dall'implicito condizionamento della famiglia, di mentalità
e abitudini piuttosto conservatrici, soprattutto dal lato paterno.
In una lettera inviata da Nono all'intimo amico
Maderna diversi anni dopo, abbiamo conferma delle preoccupazioni del
padre per l'aspirazione del figlio - divenuta in seguito scelta
definitiva - di dedicarsi alla musica; preoccupazioni legate anche al
suo futuro e alla possibilità di una professione che potesse
garantirgli un'indipendenza economica.
La facoltà di giurisprudenza rappresenta un
probabile compromesso fra una rassicurante professione e un vivo
interesse per l'uomo e l'organizzazione giuridica che ne regola
la convivenza.
I documenti
reperiti presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università
di Padova 3
ci permettono di ricostruire con esattezza la carriera universitaria
di Nono, portata con diligenza a compimento.
Scorrendo alcune pagine del suo libretto d'iscrizione,
proposte nell'immagine, possiamo ripercorre le tappe della sua
carriera universitaria.
IMMAGINE 1
Pagine dal libretto universitario (ALN, D.09)
Iscritto
nell'autunno del '42, matricola 126/35, Nono sostiene il suo
primo esame di "Istituzioni di diritto romano" nel giugno del
1943. Troviamo poi elencati, nei successivi anni di corso, i 23 esami
sostenuti con cadenza regolare che lo conducono, il 15 novembre del
'47, a discutere una tesi di laurea in diritto penale dal titolo:
L'exceptio veritatis (nell'immagine, il frontespizio).
IMMAGINE 2
Frontespizio della tesi di laurea (ALN, D.03)
L'argomento
della tesi merita quanto meno un accenno. L'exceptio veritatis è
un istituto giuridico riferito ai reati contro l'onore - quali ad
esempio l'ingiuria e la diffamazione - che afferisce al più
ampio tema della libera manifestazione del pensiero sancita poi,
proprio in quei mesi, dalla carta costituzionale italiana.
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Pur
caratterizzato da un certo tecnicismo proprio delle materie
giuridiche, il tema viene elevato dal giovane Nono a questione ricca
di implicazioni politico-sociali, con un'analisi che fa proprie
quelle teorie che privilegiano - come scrive il laureando nelle
conclusioni - «quel carattere di praticità e
flessibilità che fa della giustizia uno strumento
essenzialmente connesso all'evoluzione della vita».
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Che Nono
considerasse l'Università come impegno non prioritario è
cosa nota, anche alla luce di quanto già esaustivamente emerso
da alcune ricerche sul periodo giovanile noniano;
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ulteriore riscontro di tutto ciò traspare dalla presenza di
Nono sui banchi del Conservatorio "Benedetto Marcello" di Venezia
appena un mese prima della laurea, il 10 ottobre 1947, per sostenere
l'esame di compimento inferiore di composizione.
Già da
qualche tempo, infatti, agli studi di diritto Nono affiancava quelli
di composizione sotto la guida di Gianfrancesco Malipiero che -
secondo quanto afferma lo stesso Nono in uno scritto del 1973 - lo
«accolse dal '43 al '45 come suo allievo».
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Direttore del
Conservatorio veneziano già dal 1939, il maestro di Asolo
aveva cessato di tenervi il suo corso libero di composizione proprio
nell'estate del '43; probabilmente per tale ragione affida il
giovane discepolo al suo allievo Raffaele Cumar, che già da
due anni insegnava presso l'istituto veneziano contrappunto, fuga e
composizione, oltre a Storia ed estetica musicale. Il rapporto
Malipiero-Nono si sviluppa dunque in modo inconsueto e assai
stimolante, libero dai vincoli posti da programmi di studio precisi.
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Nella lunga
intervista di Enzo Restagno, Nono si definisce «una specie di
allievo interno-esterno del Conservatorio».
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Per fare luce su tale definizione piuttosto vaga, sono risultati
chiarificatori i documenti dell'Archivio del Conservatorio
veneziano, ove sono fra l'altro conservate le domande presentate
dallo studente per l'ammissione ai diversi esami, tutte
inesorabilmente marcate con un timbro che definisce "Nono Luigi"
come "candidato estraneo".
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Di "estraneo" al Conservatorio, Nono sembra avere
effettivamente ben poco: si reca con frequenza a Palazzo Pisani per
incontrare Malipiero, che accompagna poi nelle passeggiate di fine
mattina; frequenta le lezioni di contrappunto e fuga di Raffaele
Cumar; incontra con assiduità gli allievi di quelle classi,
che ho trovato incasellati nei giornali degli insegnanti di quegli
anni: Lorenzo e Tiberio Dall'Oglio, Gastone Fabris, Luciano Rosada,
Romolo Grano, Gianfranco Prato, Pinto Drago (tutti nomi che
ritroviamo peraltro negli appunti di studio di Nono).
Due di loro in
particolare hanno fornito preziose testimonianze su quegli anni:
Lorenzo Dall'Oglio e Romolo Grano. Il primo, nella lunga
videointervista realizzata da Gianmario Borio e Veniero Rizzardi;
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il secondo - Romolo Grano - in una lunga intervista concessami
nell'autunno del 2003, in cui ha ricordato con dovizia di
particolari i suoi anni di studio presso il Conservatorio, dove ha
incontrato Nono. In entrambi i casi emerge la vivace temperie
culturale che ha caratterizzato questo periodo e l'insaziabile
desiderio di colmare le tante lacune causate dal panorama culturale
degli anni del secondo conflitto mondiale.
In questo clima, fra il '47 e il '49, Nono sostiene
presso il Conservatorio gli esami sia di compimento inferiore che di
compimento medio di composizione, intervallati dai complementari e
obbligatori esami di licenza di Pianoforte Complementare, licenza di
Poetica e Drammatica e Letteratura Italiana, licenza di Organo
Complementare e Canto Gregoriano.
IMMAGINE 3
Schema degli esami sostenuti presso il Conservatorio di Musica "Benedetto Marcello" di Venezia
Nella tabella qui proposta sono schematicamente
riportati gli esami sostenuti, corredati dall'indicazione delle
date e degli esiti (nel caso del Compimento Medio di Composizione, si
è riportata anche la composizione della commissione d'esame).
Esame sostenuto |
Data |
Votazione |
Altro |
Compimento Inferiore di Composizione 12 |
10 ottobre 1947 |
9 su 10 |
|
Licenza di Pianoforte Complementare 13 |
Giugno 1949 |
6,20 su 10 |
|
Licenza di Poetica e Drammatica e Letteratura Italiana 14 |
18 giugno 1949 |
8 su 10 |
|
Licenza di Organo Complementare e Canto Gregoriano 15 |
1 luglio 1949 |
6,50 su 10 |
|
Compimento Medio di Composizione 16 |
1 luglio 1949 |
7 su 10 |
Commissione d'esame: G.F. Malipiero (direttore), G. Bianchi, R. Cumar, R. Olivieri, S. Zanon (insegnanti), A. Bertin (segretario) |
Presso il Conservatorio è stato possibile
consultare anche i compiti d'esame, elaborati da Nono in occasione
dei diversi esami, su temi quasi sempre assegnati dal direttore
dell'istituto (cioè il Malipiero).
A titolo
esemplificativo, si riproduce nell'immagine il tema della terza
prova prevista per l'esame di quarto anno di composizione, la
"composizione di un breve pezzo per pianoforte".
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IMMAGINE 4
Tema della terza prova per l'esame di quarto anno di composizione: "composizione di un breve pezzo per pianoforte" (ALN, D08/01)
Si tratta di
una battuta in tonalità di sol maggiore, cui segue
l'elaborazione di Nono in 27 battute, di cui si propone
nell'immagine la sola prima pagina.
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IMMAGINE 5
Svolgimento della terza prova - composizione di un breve pezzo per pianoforte - del quarto anno di composizione (ALN, D08/02)
Voluminosi appunti presenti presso l'Archivio Luigi
Nono attestano degli esercizi svolti per la preparazione di questi
esami; solo in alcuni casi è possibile datare con certezza
tali documenti o individuare le fonti cui guardava lo studente.
Su questa
preparazione vigilava Malipiero, con il suo magistero didattico, la
nota attenzione da lui riservata ai secoli della storia della musica
allora poco esplorati (Sei e Settecento in particolare), con un
atteggiamento culturale privo di conformismo e limiti
storico-estetici. Non è questa la sede per dilungarci su tale
argomento, che trova ampio e immediato riscontro anche nei programmi
dei saggi scolastici del Conservatorio negli anni della sua
direzione.
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Emblematico in
questa prospettiva era l'incoraggiamento rivolto da Malipiero agli
allievi a frequentare la Biblioteca Marciana per la consultazione
delle fonti che vi erano (e vi sono tuttora) conservate.
20
Scrive Nono: «Su sua sollecitazione, cominciammo a 'frugare'
nella biblioteca Marciana tra originali musicali, tra trattati di
composizione, da Hucbaldus a Padre Martini, tra le prime stampe di
musica (realizzate da Ottaviano Petrucci in Venezia a partire dal
1501), per poter studiare così storicamente e sugli originali
lo sviluppo della musica europea».
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Ritroviamo
così, fra gli appunti di Nono, la trascrizione di ampi stralci
di diversi trattati teorici, dal Saggio fondamentale pratico di
contrappunto sopra il canto fermo di Padre Martini del 1774,
22
ad altri trattati quale ad esempio lo Scriptorum de musica medii
aevi del 1864,
23
in cui il francese de Coussemaker aveva riportato, in quattro
voluminosi tomi, la trascrizione di scritti di numerosi teorici
medievali.
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Negli esempi seguenti, la prima pagina delle due trascrizioni.
IMMAGINE 6
ALN, M.02.01.03/02 r B12/02 r
«dal Saggio fondamentale di contrappunto del P. MARTINI (1774)»
IMMAGINE 7
ALN, M.02.01.03/36-37
«dal Scriptorum de musica Medii Aevii (De Coussemaker Paris 1864)»
A questi
strumenti formativi, si aggiungono naturalmente testi e trattati ben
più recenti, fra cui l'Unterweiseng im Tonsatz di
Paul Hindemith, più brevemente denominata L'armonia
tradizionale, da cui Nono trascrive ampi stralci.
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IMMAGINE 8
ALN, M02.01.01/02 r: dal Trattato di composizione di Paul Hindemith
Nell'immagine
vediamo la riproduzione del primo foglio di un paffuto quaderno ove
il diligente studente trascriveva, appuntava, svolgeva esercizi da
questo testo per lui fondamentale in quel periodo.
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Ben sappiamo
che questo libro "galotto fu" per l'incontro fra Nono e Bruno
Maderna, momento di cruciale importanza che ha avuto luogo nel '46
tramite Malipiero.
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Come già
evidenziato inizialmente, non rientra negli obiettivi di questa
ricerca indagare sugli studi 'privati' di Nono, della
fondamentale esperienza di 'bottega' (lo studio comparato,
l'esercizio sui canoni enigmatici dei fiamminghi, le trascrizioni)
fatta con l'amico e maestro Bruno, esperienza peraltro già
ben illustrata - fra gli altri - da Erika Schaller nel saggio
L'insegnamento di Bruno Maderna attraverso le fonti conservate
presso l'Archivio Luigi Nono
28
e da Veniero Rizzardi in La nuova scuola veneziana.
29
Attraverso
Malipiero passano dunque in modo più o meno diretto le
esperienze formative noniane di quegli anni, cui va ad aggiungersi il
Cours international de direction d'orchestre tenuto da
Hermann Scherchen a Venezia dal 16 al 30 agosto 1948, conclusosi poi
nell'ambito dell'XI Festival Internazionale di Musica
Contemporanea che ebbe luogo dal 5 al 15 settembre dello stesso anno.
La collaborazione fra Biennale (con la direzione artistica di
Ferdinando Ballo e la segreteria di Rodolfo Pallucchini) e
Conservatorio (sotto la direzione del Malipiero) prevedeva una
suddivisione dei compiti fra le due istituzioni, con la promozione
del corso presso i Conservatori di tutto il mondo da parte della
Biennale, e l'organizzazione logistica affidata al Conservatorio.
30
In questa
occasione, il programma presentato da Scherchen si articolava in sei
parti: 1) Tecnica della direzione, 2) Educazione dell'udito e della
memoria, 3) Studio dell'orchestra, 4) "Realizzazione in luogo
d'interpretazione", 5) Gli stili musicali, 6) L'arte di
dirigere.
31
Il desiderio di guardare oltre le ristrette prospettive
della provinciale cultura veneziana di quegli anni trovava ampia e
soddisfacente risposta nelle intense giornate di studio, di cui
possiamo riscontrare fedele traccia negli appunti di Nono. Presso
l'Archivio Luigi Nono (M02.02.01/01-05) è presente un
fascicolo di «appunti presi durante un ciclo di almeno 17
lezioni». Vi sono riportati numerosi esempi musicali, quasi
sempre su carta pentagrammata, spesso piuttosto frammentari, che
costituiscono solo accenni di trattazioni evidentemente assai più
ampie.
I riferimenti
presenti sugli appunti riportano le seguenti diciture: «Scala
dodecafonica = cromatismo diatonico, Sulla melodia, Centro tonale
(accordo perfetto) centro tonale chiaro, vari rivolti dell'accordo
di do + e poi con la 7 ed alcuni gradi alterati, accordi non perfetti
- Centro tonale dubbio Cellula di serie,
32
sulla melodia, analisi di un canto gregoriano,
33
ritmo nella melodia, contrappunto 1 specie, cadenze,
34
armonia, tritono nella serie,
35
tetradi senza tritono,
36
concatenamento di accordi con tritoni,
37
strumentazione fiati,
38
contrappunto a 3 voci, strumentazione per fiati, tetrafonia e
trifonia».
39
Alcune pagine
ci permettono di fare riscontri più dettagliati sui
compositori e le opere studiate: Schoenberg (la serie della Suite
op. 25 e 5 battute dai Gurrelieder), Webern (secondo tempo
dalla Sinfonia op. 21),
40
Honegger (e il suo dal Pacific 231),
41
Ravel (con alcune trascrizioni da Ma mère l'Oye),
42
e poi Bach, Beethoven, Mozart, Schubert, Listz, Pfitzner, Rameau.
43
Vi sono infine alcuni fogli che riportano trascrizione e analisi più
particolareggiate di composizioni che sono state evidentemente
oggetto del corso. È il caso dell'Ave Maria di
Giuseppe Verdi (primo dei suoi Quattro Pezzi sacri):
nell'immagine seguente è riprodotta la prima pagina di tali
appunti, con la trascrizione delle battute iniziali delle quattro
parti; alla voce del basso è evidenziato «scala
enigmatica». In alto, qualche
appunto di Nono: « Giuseppe
Verdi (85 anni) »
e poi, esplicitato, « (Corso
H. Scherchen) » .
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IMMAGINE 9
ALN, M02.02.02/06: dall'Ave Maria di Giuseppe Verdi
Secondo caso
preso ad esempio è l'ultimo quartetto di Schoenberg (il n.
4 op. 37, del 1936), di cui sono trascritte le prime battute cui
seguono appunti dell'analisi evidentemente compiuta nel corso delle
lezioni.
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IMMAGINE 10
ALN, M04.02.03/01 r: dal Quartetto n. 4 op. 37 di Arnold Schoenberg
Scherchen (e il
suo corso) ha «svolto un ruolo fondamentale, e penso che egli
l'abbia ugualmente avuto per la storia della cultura. Egli è
sempre stato dove si incrociavano le culture, le invenzioni, le nuove
problematiche. […] ha aperto nuove possibilità a ciascuno di
noi».
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Le aspirazioni di ampliare i propri orizzonti culturali trovavano
ampia e soddisfacente risposta in queste intense giornate di studio,
che hanno il non secondario merito di raccogliere un folto gruppo di
allievi provenienti da diverse parti del mondo, creando rapporti di
profondo e fecondo scambio intellettuale.
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Tale esperienza
resterà per Nono oggetto e materia di riflessione anche negli
anni a venire. In un blocco di appunti (il n. 100), il compositore
ritornerà su questi appunti molto tempo dopo per preparare una
lezione-conferenza « sulla
musica del 1950 in Italia » ,
nell'ambito di un convegno promosso dal Comune di Venezia.
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Con questa
esperienza si rafforza il sodalizio artistico ed umano con Bruno
Maderna, di qui nasce il rapporto di stima e affetto con Hermann
Scherchen (e la successiva collaborazione con l'edizione Ars Viva)
da cui scaturisce l'approdo di Nono sulla scena internazionale con
l'esecuzione a Darmstadt, nell'agosto del '50, delle Variazioni
canoniche sulla serie dell'op. 41 di Arnold Schoenberg (Ode to
Napoleone) per orchestra.
Sebbene le
prime prove di Nono compositore risalgano al 1948 (mi riferisco al
Fucik, alle Tre liriche greche, alla composizione
inedita articolata in due parti: La stella mattutina e Ai
dioscuri), con l'esperienza di Darmstadt possiamo affermare che
quel punto interrogativo da me posto inizialmente non ha più
ragion d'essere: consacrato da una platea internazionale, è
nato un nuovo compositore e si sono definitivamente perse le tracce
di un giovane giurista.
Si ringrazia l'Archivio Luigi Nono, nella persona del Presidente Nuria Schoenberg Nono e dei suoi partecipi collaboratori, per la loro intelligente e infaticabile attività. La tenace passione e sorridente dedizione con cui accolgono gli studiosi e rendono accessibili i documenti fa dell'Archivio veneziano un prezioso e insostituibile luogo di ricerca e di fecondo scambio culturale.